La codipendenza implica il supporto diretto o indiretto e l’accettazione della dipendenza all’interno del nucleo familiare.
Il comportamento dell’ambiente di un dipendente, che, con le sue azioni o con l’assenza di esse, finisce per sostenere il comportamento dipendente del membro della famiglia che è malato. La consapevolezza di avere un problema di dipendenza in famiglia è un trauma che la famiglia fatica ad elaborare nei primi momenti. Dominano le paure che bloccano il nostro comportamento razionale. Per questa ragione, invece di condannare, cominciamo a tollerare il comportamento del dipendente. Così si entra in un sistema di codipendenza.
Nel momento stesso in cui si scopre che un figlio ha un problema di dipendenza, i genitori tendono a interrogarsi su dove abbiano sbagliato. Si pongono la domanda su quale sia stato il periodo in cui hanno ‘trascurato’ la vita del loro figlio e hanno permesso che qualcun altro o qualcos’altro prendesse il controllo.
Ciò che segue dopo la consapevolezza è il diniego del problema, poiché riteniamo che questa fase passerà da sola. Dal diniego nascono azioni sbagliate, come ad esempio quando, invece di dare al bambino uno spuntino concreto, gli diamo dei soldi per lo spuntino. Spesso accade che i genitori siano allo stesso tempo sospettosi su come verranno spesi questi soldi. Purtroppo, nel caso di un dipendente, è quasi certo che i soldi saranno spesi per sostanze, alcol o biglietti se si tratta di scommesse.
Il denaro è il primo elemento con cui entriamo nel sistema della codipendenza. D’altra parte, i meccanismi della dipendenza nel membro malato si sviluppano e si rafforzano. La famiglia, in modo spontaneo, comincia a comportarsi secondo i principi della dipendenza.
Uscite dal sistema della codipendenza e il lavoro psicoterapeutico
I codipendenti più comuni sono i genitori, seguiti dai partner, e più raramente i bambini. Perché i genitori? Il genitore stesso è spesso emotivamente sopraffatto dal proprio figlio e ha paura che, se sarà troppo severo, il figlio si allontanerà, e allora non avremo alcuna percezione su dove si trova, con chi è o cosa sta facendo. Si sceglie la via della minore resistenza, mentre in realtà sarebbe giusto intraprendere un’azione la cui reazione temiamo. Questo sarebbe l’inizio dell’uscita dal sistema della codipendenza e, dall’altro lato, una risoluzione adeguata del problema. Nella Clinica MedTiM, oltre a lavorare con i dipendenti, il team di esperti lavora intensamente anche con i codipendenti, che sono membri inseparabili del trattamento attraverso il lavoro psicoterapeutico.
Il lavoro psicoterapeutico comprende l’apprendimento delle abilità comunicative, il ripristino dei confini infranti con il bambino, i metodi per stabilire i confini, l’apprendimento delle abilità sociali per accettare la responsabilità, il recupero o il ripristino dell’autostima e dell’autorità. Questo trattamento nella clinica per il trattamento delle dipendenze MedTiM con i codipendenti viene effettuato non solo durante il trattamento ospedaliero, ma anche nel periodo di riabilitazione.